Orientarsi al futuro

Gli imprenditori dell’Arredo Retail devono riscoprire il ruolo di guida strategica, che si deve basare su procedure interne e reportistica.

Fare a meno dei grandi eventi, sospendere alcuni servizi e tradurne altri dall’offline all’online, ripensare gli spazi espositivi e le strategie per il futuro: le complesse settimane appena trascorse hanno costretto tutti i professionisti dell’arredo e design a fare i conti con una realtà in completo stravolgimento.

Sono momenti come questi a rendere palese quale sia il vero ruolo dell’imprenditore alla guida di una PMI del settore:

le decisioni prese oggi saranno cruciali per saper affrontare il domani.

La capacità di prendere decisioni strategicamente vincenti è ciò che più farà la differenza tra le piccole e medie imprese in grado di evolvere e quelle che, purtroppo, non ce la faranno.

Ma come è possibile affrontare una tale responsabilità con lucidità e consapevolezza, quando si è oberati dall’operatività?

Il nostro settore è popolato da attività perlopiù di eredità familiare: una storia che ci ha permesso di portare avanti nei decenni un grande patrimonio di competenze e di professionalità, ma che ci ha anche ancorati a un modello imprenditoriale oggi non più sostenibile, nel quale il titolare di un’azienda è al contempo colui che deve costantemente essere operativo su ogni aspetto, informato su tutto, reattivo e pronto a intervenire per risolvere qualsiasi intoppo.

Ci si trova così in una quotidianità frenetica, nella quale non c’è tempo per ragionare su una visione a medio o lungo termine e si ha la sensazione che l’azienda non possa andare avanti una sola ora senza il proprio intervento attivo.

Questa situazione è il più grande freno a quella trasformazione da PMI a PMIO, piccola e media impresa organizzata, di cui abbiamo parlato negli scorsi interventi e che costituisce l’unico modo, oggi, per essere competitivi sul mercato e riuscire a fronteggiare da un lato la GDO e dall’altra i cambiamenti epocali che siamo chiamati a sostenere.

La cultura della delega

Tutti noi imprenditori sappiamo che delegare è importante, eppure la delega non trova spazio all’interno delle nostre giornate.

Ciò avviene perché si considera la delega poco più di un’azione, un atto da mettere in pratica senza strategia né metodo.

Delegare appare dunque come qualcosa di rischioso, di complesso, di corretto nella teoria, ma per il quale non vi sono mai le condizioni adatte nella quotidianità.

Per superare questo ostacolo, occorre superare anche la convinzione che la delega sia un atto meramente pratico e concreto: dobbiamo, in primis, sviluppare una cultura della delega.

Dobbiamo trasformare la delega in un processo, un percorso efficace che possa essere messo in atto ogni volta se ne presenti la necessità.

Delegare è molto più di “dire a qualcuno che cosa fare” e lasciare che se ne occupi, per dimenticarsene fino a quando non sopraggiunge un problema, oppure richiedendo ossessivamente feedback.

Dedicare il giusto tempo al processo di delega significa risparmiare, a lungo termine, tutto quel tempo che si investirebbe nel continuo intervento per correggere le azioni dei propri collaboratori e rimediare a tutte quelle criticità che potrebbero emergere non già per una loro incapacità, ma per un passaggio di consegne poco chiaro.

Con la creazione di processi chiari e ben delineati, anche delegare diviene un’operazione più semplice, nella quale ogni ruolo è definito.

Uno step fondamentale, in questa fase, consiste nel procedurizzare il passaggio di informazioni non solo tra l’imprenditore e il collaboratore, ma anche nella direzione inversa.

Ecco perché, tornando al concetto di PMIO, piccola e media impresa organizzata, il processo di delega deve essere qualcosa di strutturato anche nelle modalità di reportistica delle informazioni utili all’imprenditore.

Dobbiamo ricordare che procedure e sistemi codificati non sono prerogativa delle grandi aziende e della GDO: oggi, perlomeno, non possono esserlo più.

La quotidianità dell’imprenditore non può essere scandita dalla caccia alle informazioni interne utili a capire come gestire la propria azienda: occorre invece fare in modo che siano i dati ad arrivare all’imprenditore, in un processo fluido che coinvolga soltanto quelle informazioni davvero utili al lavoro strategico.

Allora sì che l’impresa potrà funzionare in modo coordinato, e l’imprenditore troverà modo e tempo per dedicarsi al complesso compito di guidarla verso il domani.

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